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Narrare la memoria

Perché questa sezione dedicata alle storie e leggende?

La nostra è la terra dei “cunti“, racconti in cui fatti realmente accaduti si mescolano alla fantasia della voce narrante, dipingendo un affresco ricco di coloratissime sfumature attraverso le quali rintracciare elementi essenziali della nostra identità socio-culturale. Anticamente erano raccontati per intrattenere o per “nzignamento“, cioè per impartire una lezione di vita. I “cunti” rappresentano la continuità fra cultura greca e quella siciliana. Una variante dell’epos omerico abbracciata dal popolo siciliano e sopravvissuta, secondo i più anziani, fino all’avvento della televisione.

I cunti, cosí come i miti e le leggende, sono memorie orali, impronte nel tempo dei nostri avi, da custodire in qualche modo come preziosi reperti.
Ascoltarle significa incontrare personaggi di un tempo lontanissimo, cascare dentro un mondo in cui la storia incontra l’immaginazione e interpretare vicende che conservano al loro interno atavici elementi della nostra cultura.
Rintracciarli oggi è un compito difficilissimo, poiché da sempre i cunti viaggiano lungo il tempo trasportati dal mutevole soffio delle labbra del volgo.

Chiediamo, dunque, scusa ai lettori se questo tentativo di riscoprire attraverso la narrazione la nostra memoria risulterà maldestro.
A spingerci è da un lato il desiderio di donare a chi è di passaggio qualcosa in più del nostro patrimonio socio-culturale e, dall’altro, la voglia di sollecitarci a non dimenticare, perpetuare la memoria come umile atto d’amore verso il nostro entroterra sicano.

Avviso
L’auspicio è quello di creare un piccolo archivio di quei pochi racconti della tradizione giunti fino a noi, laddove la memoria non assisterá il recupero, tuttavia, sarà nostro compito trovare un modo per colmare la lacuna e, chissà, magari improvvisando a nostra volta proprio come “i cuntisti“.

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