Perché accoglienza? Cosa significano per noi parole come accoglienza, ospitalità, incontro? Cosa guida i nostri passi?
Sempre più spesso capita che quando, lontani da casa, menzioniamo i nostri natali la risposta immediata per contestualizzarli non è più quella spiacevole di un tempo. L’associazione con “la terra di Riina, Provenzano” pian piano viene messa da parte. Sempre più spesso accade invece di essere interrogati sulla Piazza di “Nuovo Cinema Paradiso”, sulle “Cascate delle due Rocche”, sul “Ballo dei Diavoli”.
In qualche modo tradizione, natura e cultura stanno lentamente avendo la loro rivincita, demolendo le vecchie etichette.
Molti incontri vertono su quei posti narrati con sublime esoterismo da voci nuove. Parlano di paesi che come oasi di bellezza si impongono all’orizzonte. “Piccoli presepi” che incontrano gli occhi affascinati di coloro che si muovono sulle tratte dei cammini siciliani. Qualcuno vuol sapere la storia di “quell’americano” che si é innamorato di un piccolo paese e ha voluto avvolgerlo in abbraccio di colori, chiedono come faccia Dallas ad avere in comune qualcosa con Prizzi e come possa essere raccontato in film. Altri sono incuriositi dalle escursioni organizzate da guide esperte all’interno del Parco dei Monti Sicani. Parlano delle nuove forme dell’ospitalità e di come sono state fuse con una certa poesia ad antichi significati, tirando fuori tutto il calore tipico dei siciliani.
Raccogliamo e ascoltiamo queste domande con fierezza, sentendo che una nuova forza pervade i racconti di questa terra. Attraverso gli sguardi incuriositi dagli altri riusciamo a guardarla anche noi con occhi nuovi. Ci ri-innamoriamo del nostro entroterra e apriamo le nostre porte alla possibilità di guarire da vecchie ferite. Nutriamo la speranza di andare verso una nuova direzione, spinti dell’emergere sempre più di un turismo lento e sostenibile. Vogliamo proseguire lungo la via con lo stesso spirito di chi si mette in viaggio, incosapevoli della sua durata, ma sicuri di non voler tornare al punto di partenza.
Accogliere e camminare in qualche modo per noi si assomigliano perché entrambi portano in seno il senso profondo dell’incontro. Accogliamo, dunque. Abbracciamo fiduciosi l’idea che ogni passo conduce altrove, verso direzione altre, verso nuove opportunità.